Quello che le mancava più di tutto da quando si era sposata era la lettura. La fuga immediata che offriva la carta stampata. Quand'era ancora signorina e riusciva a intrufolarsi nella biblioteca dell'università, a Bari, divorata libri come se fossero pezzi di pane. Non aveva mai visto nessun'altra città all'infuori di Bari e Terlizzi, eppure con la mente era stata a Parigi, a Berlino, a Londra, a Dublino, nella giungla, nel deserto. In quella casa in cui quasi nessuno sapeva leggere se non per lo stretto necessario che serviva per il commercio, si sentiva impazzire. Amava suo marito, l'avrebbe seguito anche in capo al mondo se avesse dovuto farlo, ma desiderava un libro. Anche uno solo, da rileggere all'infinito. I soldi però li gestiva lui e di certo non poteva chiederglieli per andare a comprare non solo un libro, ma addirittura un romanzo, cioè l'oggetto più inutile sulla faccia della terra.