Bisanzio
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Nel tardo periodo bizantino, i monaci dell'Athos furono trascinati in un'accesa disputa teologica sull'esicasmo (da hesychia, letteralmente silenzio, quiete), che dimostrò l'imposrtanza della Montagna Santa nella vita religiosa dell'impero. All'inizio del tredicesimo secolo, Gregorio Sinaita, che era stato addestrato nel Sinai, introdusse la pratica esicasta sull'Athos. Questa era basata sulla ripetizione di una semplice preghiera . "Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me", unita a esercizi di respirazione concepiti per concentrare l'attenzione e inalzare la percezione spirituale del monaco. La teoria esicasta esercitava ovviamente un fascino su quegli ereminti atoniti che vivevano in completo isolamento, seguendo le proprie regole di preghiera (chiamati idioritmici).
Judith Herrin (Inghilterra, 16 ottobre 1942)
Sotto questo aspetto, Bisanzio sviluppò una propria spiritualità mistica che non ebbe paralleli in Occidente, dove i monaci diedero invece il loro contributo allo sviluppo della filosofia e del ragionamento logico.