Il caffè delle cose preziose
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"Gli ho preso il viso tra le mani e gli ho parlato. E in effetti, per un attimo si è ripreso. Mi ha guardata come se fossi un'estranea. Non potevo sopportarlo. Sono corsa alla porta, in strada, verso l'ambulanza. Ma era deserto, non c'era nessun ambulanza, nemmeno una sirena. Sono tornata in cucina. L'ho supplicato di restare con me. Ma era di nuovo svenuto. Tutto pallido e smorto in faccia". Cosa avrebbe dovuto fare? Come avrebbe potuto salvarlo? Come sei di punto in bianco tutto fosse dipeso da lei. Ma ormai non c'era più niente da fare. "Alla fine mi sono sdraiata con lui, sul pavimento. L'ho abbracciato, e siamo rimasti così. Mi sono aggrappata a lui come meglio potevo. Non lasciarmi sola, Hubert, ho detto. Più e più volte".
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