il giardiniere appassionato
Autore:
rudolf borchardt
Editore:
Adelphi
Anno:
1992
Traduttore:
manfredo roncioni
Numero Pagina:
30
Tutto questo è evidente nell'autentica poesia d'amore e di morte, e non occorre darne la prova. Ogni poesia che esprima che esprima bramosia o dolore, è sempre stata ispirata dal dolore, che nasce e presto muore; o, quanto meno, da qualche similitudine tratta dal mondo vegetale. La poesia più spontanea che canta le stagioni è come è come intrecciata di fiori e la ricerca di nuove immagini che cerca di eludere quelle ormai logore finisce per tornare al fiore, sia pure avvicinandosi a esso per vie nuove e inesplorate.
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La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,
(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)
il lampo che candisce
alberi e muei e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...
Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti - per entrar nel buio.
Eugenio Montale