Con loro mi ritrovai in un mondo intellettuale completamente nuovo. Tutti erano inesorabilmente di sinistra, e io che non mi ero mai nemmeno chiesta da che parte stare! Sapevo che i comunisti governavano con sistemi totalitari e non mi pareva una buona soluzione neppure quella. Tiziano, invece, pur disilluso del sistema bolscevico dopo i fatti d’Ungheria del 1956, cercava di tener alto l’ideale egalitario del socialismo per poter dare una direzione ai propri impegni nella vita. Ne discutevamo e litigavamo, perché non sempre ero d’accordo con la sua impietosa condanna di ogni valore borghese. Ma la sua fede nel nostro futuro era trascinante. Avremmo condiviso tutto, sempre. Ci saremmo aiutati a vicenda a vivere una vita di qualità, a difenderci dall’abitudine, dalla routine.
Già allora ogni nostro cedimento lo disperava. Quanti litigi, quante riconciliazioni! La vita pareva un mare in tempesta.