L’arpeggio acustico del chitarrista australiano riempì l'abitacolo mentre Valeri insisteva a darsi del cretino per lo scambio di battute con Sonia De Angelis. Da anni coltivava rapporti di plastica in salette virtuali con donne che parlavano per algoritmi, e per una volta che una persona in carne e ossa si sedeva su un divanetto con lui nel mondo reale, lui riusciva a fare in pochi minuti la figura del disperato. Se non altro era stato sincero.
E fu mentre giustificava a se stesso la scelta dell’appellativo con cui la Civic si sarebbe rivolta a lui fino a nuova impostazione, che lesse finalmente il contenuto del biglietto scritto a penna da Armando Dessena, cacciato nel palmo della sua mano come se si trattasse di uno scambio di merce illegale.
Puoi fidarti dei tuoi ricordi?