«E soprattutto devi guardarti dalla Volpe Bianca» disse Daggon sorseggiando la sua birra. «Si racconta che abbia incontrato il Male in persona, che abbia visitato il Mondo Caduto e ne sia tornato con strani poteri. È in grado di accendere il fuoco anche nel cuore della notte, e nessuna ombra si azzarderà mai ad attentare alla sua anima. La Volpe Bianca, già. Il più crudele bastardo che si aggiri da queste parti. Prega che non ti punti gli occhi addosso, amico. In quel caso, sei morto.» Il compagno di bevute di Daggon aveva il collo simile a una bottiglia di vino affusolata e una testa che ricordava una patata infilata di traverso sulla sua sommità. Parlava squittendo, con un accento di Lastport, e la sua voce rimbombava nel cornicione della sala comune della locanda.