Nella confusione che segue l’8 settembre, più di ottocentomila soldati di stanza sui vari fronti vengono fatti prigionieri. Di questi centotrentasettemila vengono «recuperati immediatamente all’alleanza» e inquadrati nelle truppe tedesche. Più della metà, invece, vengono deportati nei lager come «internati militari» e costretti ai lavori forzati fino alla fine del conflitto.
Chi risponde alla chiamata della Repubblica Sociale viene inserito nell’Esercito Nazionale Repubblicano, guidato dal generale Rodolfo Graziani. Dopo la caotica fase di reclutamento, le quattro divisioni da cui è composto (bersaglieri Italia, granatieri Littorio, fanti di marina San Marco e alpini Monterosa) vengono spedite in Germania per il periodo di addestramento.