Il parroco don Posadinu, che dei Delitalia conosce vita e miracoli ("Non sono quanti ne sa don Pinto" consiglia, "devi parlarci"). Prima di sfogliare il prezioso manoscritto chiude la porta della sacrestia. Non vuole correnti d'aria. Anche un piccolo soffio di vento potrebbe danneggiarne le pagine. Sono ormai più sottili e fragili delle ostie riposte nell'ostensorio dell'altare maggiore, davanti al quale, i Delitalia, anche se non tutti, pregarono, si sposarono, giurarono paci mai mantenute, piansero i loro morti.
Gli occhi chiarissimi di don Posadinu, aiutati da una grande lente, frugarono tra i nomi di bambini battezzati più di tre secoli fa. Molti dei cognomi sono ancora vivi a Nulvi e nei paesi vicini, anche se il latino-sardo-spagnolo in cui sono scrittili rende quasi irriconoscibili