Non ho voglia di tornare a Parigi, Edgar. Prima o poi dovrò farlo, ma piango all'idea di rinunciare alla lievità delle mie giornate presenti. La pittura mi sta sgorgando fluida e spontanea, e il merito è della condizione di maggior autonomia di cui godo. L'ho scritto a Eugène e lo ripeto a voi: essere donna e borghese a Parigi è piuttosto limitante. Se amate tanto la città, è solo perché siete uomini. Gli uomini sono sovvrani delle proprie giornate, liberi di partire e tornare, di mangiare a casa o al caffè, di frequentare teatri e balere, di andare quando e con chi vogliono per le strade o per i parchi: questa libertà, che voi date per scontata, io la bramo con tutta me stessa...