Probabilmente quei luoghi selvaggi,quel succo pestilenziale che mi aveva fatto bere la vecchia, oppurele mani e il corpo di Aike avevano risvegliato e affinato qualcosa nella mia natura animale, qualcosa che già esisteva, ma che sopito fra le pieghe del mio essere. Per tutta la vita mi era sempre capitato di avvertire l'allerta di un pericolo, ma quello chera istinto di sopravvivenza. Ero sensibile come un animale selvatico, riuscivo a percepire la presenza di una bestia nascosta dietro a un cespuglio, seguivo le ombre nella notte e avvertivo un serpente nascosto dietro un sasso. Il mio piede evitava la buca coperta dal fogliame e sapevo scegliere la pozza della quale potevo bere o il punto dove scavando avrei trovato l'acqua.