Lungo Witherspoon Street, passammo accanto al maestoso complesso gotico della Firestone Library e imboccammo un ampio vialetto lastricato d'ardesia. Una luna d'argento splendeva su di noi, le voci di un coro a cappella che cantava Let me call you sweethart sotto il Blair Arch echeggiavano la notte. (...) Io annuii, sorpresa perchè, di nuovo, stavo pensando la stessa identica cosa. Quel panorama notturno sembrava un manifesto di Princeton: com'era possibile passeggiare per il campus in una dolce notte di primavera e non pensare che era l'università più bella del mondo e che i suoi studenti erano certamente i più fortunati e i più felici?