Ricordi Di Un Vicolo Cieco
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Parlare così, con naturalezza, come facevamo da ragazzi, aveva un gusto agrodolce. Stranamente il tempo scorreva in un modo misterioso. Non tornava indietro né si era fermato. Si era solo gradualmente dilatato ed espanso. In quella luce si estese fino a toccare il cielo e, continuando ad avvolgerci, divenne eterno. Pensai che fosse stata solo una mia sensazione, ma quando in seguito lo chiesi a Iwakura, mi rispose che aveva provato esattamente la stessa cosa. In quel momento naturalmente tra di noi non c’era nemmeno un’ombra di desiderio sessuale. Mentre bevevamo il tè, seduti accanto alla finestra inondata di luce, una luminosità calda, gialla, morbida ci avvolse. Era la cosa che desideravo davvero, che faceva pensare al mio cuore inaridito: “Ecco cos’era, era questo che mi mancava”.
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