Colomba sapeva che non erano reali, ma allo stesso tempo le avvertiva con ogni fibra del corpo. Aveva paura. Un terrore cieco, assoluto che le toglieva il fiato e la stava soffocando. Cercò a tastoni uno spigolo del mobile e lo colpì di proposito con il dorso della mano. Il dolore esplose nelle dita e risalì lungo il braccio come una scarica elettrica, ma svanì troppo presto. Colpì ancora, e ancora, fino a quando la pelle di una nocca si lacerò e la scarica le rimise in moto i polmoni, come un defibrillatore con un cuore infartuato. Annaspò inghiottendo un’enorme sorsata d’aria, poi ricominciò a respirare regolarmente. Le ombre scomparvero, la paura si sciolse in sudore ghiacciato sulla nuca. Era viva, era viva.