Mi sentì ancora più solo quella notte e decisi di cominciare a segnare sul calendario i giorni che mancavano alla fine della scuola, quando sarei potuto tornare a casa dalla mia famiglia che mi aveva quasi abbandonato per una stupida speranza, che valeva più di me. Anche quello era solo un miraggio, come quello della Fata Morgana di cui parlava la nonna.
Quella casa con una donna che mi obbligava a stare a petto nudo, una scuola dove non potevo fare amicizia neanche con il più secchione dei compagni, la preparazione per la processione di Sant'Alfio: mi sembrava di essere finito in una sorta di incubo medievale in pieni anni Ottanta. Mi mancavano i miei amici, soprattutto Guido, la scuola.