È cosi che si uccide
Il primo senso che lo abbandona, appena la vampata bollente lo investe come un montante, è la vista. Le ciglia evaporano all’istante e i bulbi oculari palpitano. Barcolla. Le pareti vorticano in un gorgo asfissiante. Le fiamme aggrediscono il cotone che s’incolla subito alla pelle. Feriscono la carne, lacerano i muscoli, scorticano i nervi. Poi, uno dopo l’altro, sbriciolano gli altri sensi. Un sibilo aguzzo gli inonda i timpani e tutto sembra vacillare. Non riesce a inalare ossigeno perché le vampe che si levano dai vestiti invadono le narici e serpeggiano dentro al dotto nasale, su fino al cervello. Apre la bocca per respirare, per gridare, ma il fuoco gli cuoce il palato, ustiona la lingua. S’insinua.
Inatteso come un’algida folata di vento, qualcosa lo afferra e lo spinge via. Qualcosa lo avvolge veloce come nel bozzolo di un’enorme vedova nera. « È questo l’ultimo abbraccio del fuoco? » si chiede un momento prima di franare al suolo. Leggi le prime 23 pagine pdf del libro
Primi capitoli del libro di:
Mirko Zilahy, È cosi che si uccide, Longanesi, gennaio 2016
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