Urbino, 14 ottobre 1492
Una notizia, tristissima ma non inattesa, mi raggiunge quest’oggi. Piero della Francesca è morto pochi giorni fa, nella sua casa di Sansepolcro. Uno dei suoi affezionati nipoti è venuto per comunicarmelo. Piero aveva l’abitudine di inviarmi notizie incaricando qualcuno della sua numerosa famiglia di commercianti di pellame e tinture, di passaggio per il Montefeltro e diretti sulla costa e poi fino a Bologna. Ci teneva a mandarmi i suoi saluti e a informarsi di come stavo a mia volta. Sapevo che ormai le cose della sua salute non andavano affatto bene. Era avanti con gli anni. Ne aveva, credo, una decina più di me e s’era ormai ritirato in casa, alla fine senza più uscirne. Così, quando un valletto è salito per informarmi che c’era dabbasso un nipote di Piero, ho immediatamente temuto che quel ragazzo venisse a dirmi quello che poi mi ha detto. In anticamera mi attendeva un giovane sereno, dignitoso, molto preciso. La stessa faccia allungata e i capelli ribelli dello zio, la medesima attitudine all’attesa e alla riflessione. Senza languori mi ha informato e poi s’è apprestato a congedarsi. L’ho invitato a fermarsi e a riposare ma lui, con garbo squisito, mi ha detto che doveva ripartire subito, per rientrare in famiglia. Leggi le prime 30 pagine del libro