L'amante delle sedie volanti
La masculiata cominciò alle cinque di mattina, era inverno e c’era ancora scuro. Però a scoppiare e a fare tutto quello scruscio non erano i botti ma le bombe. Scendevano veloci, dritte dritte, senza incertezze. Pareva che conoscevano la strada, che sapevano benissimo dove dovevano andare a scripientarsi.
Sulle case. Tre decisero di cadere sul palazzo dei principi Termini di Villafiorita, era così bello visto dall’alto che se ne innamorarono e vollero piombare proprio là, e restarci per sempre. Lo rasero al suolo, distruggendo anche quello che c’era dentro, cristiani e armali compresi. Alla fine rimasero solo fumo e dolore.
* * *
Nicolino Arraggia dormiva, ma non saltò ‘ntallaria per le sirene che annunciavano il Viva Maria perché l’allarme antiaereo non aveva suonato. Sentì direttamente il ruggito degli aeroplani che si avvicinavano e il fischio delle bombe che arrivavano e massacravano la città. Si infilò sotto il letto pregando sottovoce, terrorizzato dal pensiero che tutti i suoi tesori potevano essere distrutti. Non si scantava per la sua vita, anzi. Se Dio ne scansi e liberi una buttana di bomba faceva minnitta di tutte le sue cose, allora era meglio che moriva pure lui. [...] prime 28 pagine del libro
ISBN 978-88-7738-504-8
Primi capitoli del libro di:
Maria Tronca, L'amante delle sedie volanti, La Tartaruga edizioni, settembre 2011
Segnalato da Sonia su Cuore D'inchiostro: "C’era poi una sedia. Una sedia unica, stupenda, speciale, che apparteneva a questa antica famiglia. La sedia aveva le sembianze di una meravigliosa donna, se vista di spalle. Se vista di fronte, alla donna mancava un volto, mancava un seno, mancavano le fattezze che le avrebbero conferito realtà. Eppure questa sedia sembrava più reale di una persona..."
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