Fuga da Berlino
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«Allora, che cosa mi dice?». Giacomo rimane impassibile, anche se vorrebbe lanciarsi su quel piatto e sbranarlo. Eppure sa che questa sarebbe una resa, vorrebbe dire passare dalla loro parte. Per evitare quella tentazione, fissa la porta che dà sul cortile, da dove può osservare Gardella e Scarlatella che spostano con fatica una cassa di munizioni nel fango. «Allora? Vuole rispondermi? Parli!». Ancora niente. «Lei è un imbecille! Un povero idealista!», sbotta Kessler, spazzando via il piatto. «Raus, raus. Via, fuori di qui!». Nella stanza entra l’attendente. Giacomo saluta: «Heil Hitler!». Poi si gira ed esce spintonato dal piantone. Appena giunto sull’uscio, arriva l’ultimo conato del comandante: «Null drei eins zwei eins, lei è un uomo morto. Kaputt, kaputt!».
Paolo Chiappero (Pinerolo, 26 marzo 1966)