Figlio di Dio
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Una luce sfrigolò giù in mezzo al campo, e un razzo dalla coda azzurrina sfrecciò ondeggiando verso il Cane Maggiore. Poi scoppiò in alto, molto al di sopra delle facce protese, e spruzzi di glicerina in fiamme si aprirono a ventaglio incendiando la notte, e ricaddero nel cielo in lunghi nastri luminosi mostrando tutti i colori incandescenti dello spettro, e subito bruciarono e scomparvero. Partì un altro razzo e scodinzolò alto sopra di loro, con un lungo suono fischiante. Quando si aprì come un fiore gli comparve vicino qualcosa che sembrava la sua ombra ed era l'immagine del razzo che l'aveva preceduto, lo sbuffo di fumo nero e le strisce di cenere che si inarcavano ricadendo come se un'enorme, buia medusa pulsasse nel cielo. In quello sbocciare di luce si videro anche due uomini in mezzo al campo, curvi sulla cesta dei fuochi d'artificio come due assassini o due attentatori.
gran libro, grandissimo autore.
1973! Cavolo, questa è proprio una bella sorpresa, grazie!
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Raul Montanari.
Matteo nomedel traduttore?
E tra le facce illuminate c'era una ragazza dagli occhioni spalancati con un frutto candito fra le labbra. I suoi capelli chiari odoravano di sapone, una donna bambina di epoche remote, rapita sotto il bagliore sulfureo e le torce impeciate di qualche giostra medievale. Una sottile candela alta fino al cielo trafiggeva le nere pupille liquide dei suoi occhi. Aveva le dita contratte. Nel fiume di questa galassia di zolfo in fiamme vide l'uomo con gli orsi che la stava fissando, e si strinse più vicina alla ragazza di fianco a lei, ravviandosi i capelli con il rapido gesto di due dita.