Fuori c'era la vita di tutti i giorni... lo sguardo mi cadde su un anziano al tavolino che leggeva il giornale sorseggiando il caffè. Ricordo che lo invidiai profondamente, invidiai la sua pacifica mattinata, chiedendomi se fosse vedovo o semplicemente solo. Mi chiesi pure quanto ancora avrebbe resistito Caterina, quanti giorni, settimane, mesi, ci attendevano. Quanto dolore, e noia, e malinconia, da sopportare. Fortunato quel signore se vedovo già lo era, pensai. Mia moglie moriva a casa, io dentro a un bar pensavo a quando sarei stato libero dalla sofferenza, quando avrei potuto sottrarmi infine all'orrenda finzione che spetta a ognuno di fronte alla morte di sé o di un proprio caro, la messinscena di una vita che vita già più non è. Quanto può essere crudele attendere la morte?