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La notte di Cagliari

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CAGLIARI. Una tempesta di vento flagella Cagliari. Il maestrale entra per le vie di Is Mirrionis, sale verso Castello, ridiscende
su Stampace e la Marina prima di disperdersi lungo via Roma e Su Siccu, poi giù verso il Poetto. Piove e in molti tirano fuori dal guardaroba l’eskimo. Quello con l’imbottitura pesante. Per dire che fa freddo. Tanto freddo. Unu frius de galera. E de mortu. Il 9 novembre 1983 è un giovedì e il cattivo tempo annuncia un inverno precoce. Acquazzoni e temperature in picchiata. E dire che per tutto ottobre la gente va in giro in canottiera e fa il bagno al Poetto. La spiaggia è lunga e abbastanza larga, la sabbia è bianca e ci sono ancora i casotti. Ma inizia a impallidire la celebre frase con la quale lo scrittore Giaime Pintor si vantava con i continentali: «Il Poetto è una lunga striscia di sabbia quasi africana». Un gruppo di aspiranti giornalisti il 20 di ottobre va in discoteca al Biggest di Samassi con una R4 senza marmitta e tutta scassata. Leggi le prime 30 pagine pdf del libro

Primi capitoli del libro di: 

Antonello Deidda, La notte di Cagliari, Cuec editrice, novembre 2017.